La lotta è stata esclusa dalla lista degli sport presenti alle Olimpiadi del 2020.
Dopo 117 anni di onorato servizio (è infatti una delle poche discipline presenti fin dalla prima edizione dei Giochi Olimpici moderni del 1896 ad Atene), lo sport di combattimento per eccellenza verrà mandato in soffitta.
Non subito: sarà regolarmente in programma alle prossime Olimpiadi di Rio 2016. Ma al CIO preferiscono fare le cose per tempo, e ieri una riunione esecutiva ha diramato la lista dei 25 sport regolarmente presenti ai prossimi giochi, dove in ballottaggio per la sede ci sono Madrid, Istanbul e Tokyo.
Rientrano il pentathlon moderno e , ma non la lotta, che potrebbe però essere ripescata nella lista degli sport "complementari": per i 2 posti disponibili, competeranno baseball, pattinaggio a rotelle, wakeboarding, arrampicata, squash, wushu e, appunto, lotta.
La decisione è attesa per settembre, quando il CIO si riunirà nuovamente a Buenos Aires.
La federazione internazionale (FILA) si è detta "sorpresa e scioccata", ricordando che "ha sempre tenuto fede alle regolamentazioni olimpiche ed è presente in più di 180 paesi, in alcuni dei quali la lotta è addirittura sport nazionale, e l'unica possibilità per questi atleti di rappresentare la loro nazione ai Giochi Olimpici, contribuendo quindi alla loro universalità" come riporta il quotidiano Guardian.
Anche il presidente della federazione italiana Matteo Pellicone, in una nota ANSA, si è dichiarato "mortificato" dalla decisione, ma pronto a dare battaglia perché la lotta "rientri nel giro".
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