31 ottobre 2012

Alcoolismo contro la disoccupazione

Pausa dalla politica questo mercoledi e tuffo nella mondanità hollywoodiana, con un piccolo consiglio a chi cerca lavoro nello show business.
La storia di Jason Sullivan, 41-enne modello australiano, potrebbe ispirare molti disoccupati: trasferitosi a giugno a Los Angeles in cerca di un contratto fotografico, lunedi sera è stato protagonista di un simpatico incidente nella villa di Tom "sua altezza" Cruise. Ubriaco, il nostro amico australiano non ha saputo distinguere l'ingresso della villa di Mr. Mission Impossible da quella di un suo conoscente, dove alloggia, ed è stato intercettato dal servizio di sicurezza mentre cercava di scavalcare il muro di cinta.
Fermato e immobilizzato a colpi di taser, Jason Sullivan è diventato famoso quando un fotografo ha pensato bene di pubblicare le foto della bravata. Ora, con una simile pubblicità, le offerte di lavoro stanno piovendo un po' dappertutto: cosa c'è di meglio per pubblicizzare un costume di un modello ubriaco che prova a entrare nel giardino di casa di una star del cinema? Apparentemente niente, al punto che Sullivan starebbe pensando persino a lanciarsi nel mondo delle series televisive.
Insomma da modello fallito a nome più caldo di Hollywood in una notte. In mezzo, tanto tanto alcool.

30 ottobre 2012

Cambio della guardia a Palermo

Rosario Crocetta è un personaggio che sorprende. 
Non sono in molti quelli che, nati più di sessant'anni fa a Gela, nel cuore di quella Sicilia mediterranea che guarda verso l'Africa e la Tunisia, avrebbero il coraggio di dichiararsi omosessuali. Da sempre. Sempre a viso aperto.
Non sono in molti quelli che, tra i presidenti delle nostre Regioni, ma anche in giro per il mondo politico, possono dire di parlare quattro lingue, le canoniche italiano, inglese e francese più l'arabo, in una Regione che all'islam deve tanto e troppo spesso sceglie di dimenticarsene.
Non sono in molti quelli che si presentano a sindaco con un programma di lotta alla mafia a viso aperto, licenziando anche del personale comunale, e ripresentandosi alle urne vengono riconfermati con il 64% dei voti. A Gela.
Non sono in molti quelli che, potendo dirsi "diversi" dalla solita politica, e a buon diritto, scelgono di presentarsi comunque all'interno di una coalizione con ex-comunisti, ex-socialisti, ex-democristiani, ex-mafiosi, ex-autonomisti, ex, ex, ex, troppi ex per giocare la carta della novità.
Rosario Crocetta è un personaggio che sorprende, leggendo la sua biografia.
Che possa sorprendere anche dalle pagine dei giornali. Auguri! 

29 ottobre 2012

Le Guerre Stellari dentro il PDL

Forse la miglior chiusura sulla scorsa settimana politica in Italia è quella di Matteo Renzi: "Berlusconi è più altalenante dello spread, dopo 18 anni l'Italia merita di meglio". Di certo l'ultima conferenza stampa del Cavaliere, sabato pomeriggio, ha spiazzato praticamente l'intera scena politica.
Più di tutti il suo stesso partito, che adesso non sa più cosa fare: Alfano è passato dalla condizione di "delfino designato" e "capitan futuro" a quella di malcelata sopportazione.
L'ultima è che "Angelino è un caro ragazzo" ma non è in grado di "capire la pancia" del Paese, parola di Silvio, che ha definitivamente ripreso gli abiti del condottiero in battaglia: "io sono già in campagna elettorale, Alfano scelga con chi stare, io ho lanciato un'operazione verità".
Della serie tieniti vicino gli amici, ma ancora di più i nemici: forse che qualcuno (Alfano) abbia seriamente intenzione di prendere alla lettera le Sue dichiarazioni di "ritiro"? Fugando ogni dubbio, il signor B. ci ha messo poco a far saltare qualche testa, almeno per quanto gli compete. Ed è Alfano che ora rischia seriamente di restare con le brache calate: dopo essere stati innalzati a figlio primogenito suscitando le invidie di tutti gli altri colonnelli, che si fa quando il padre stesso è pronto a sacrificarti per non morire anche lui? E la sconfitta elettorale in Sicilia come potrebbe influire sull'ormai (vacillante) leadership di Angelino?
Storie di padri che uccidono (politicamente parlando, s'intende) i figli, storie di compagni che diventano iene e avvoltoi, ce n'è forse abbastanza per una tragicommedia greca.
Il finale? Aperto, come vuole la tradizione: l'allievo potrebbe superare il maestro, Alfano diventa premier (molto difficile) o comunque resta segretario del partito (se mai un partito ancora ci sarà) e Berlusconi, più nolente che volente, se ne andrà per davvero; oppure l'opposto: la vecchia volpe non avrà problemi a mangiarsi il piccione, Berlusconi, riabilitato, fonderà un nuovo partito maggioritario nel centrodestra e di Alfano ci ricorderemo come ci ricordiamo di Follini, della Brambilla o di altri che hanno "deluso le aspettative".

26 ottobre 2012

Basta Nutella, arriva la birra spalmabile

Si sta svolgendo in questi giorni il Salone del Gusto Terra Madre di Torino, quello di slow food e di Carlo Petrini. La grande kermesse gastronomica ospiterà per una settimana produttori e consumatori del settore, tutti intenzionati a far conoscere il buon cibo di qualità e rispettoso dei processi produttivi tradizionali.
Verranno presentati nuovi prodotti come quella di cui parliamo oggi: dopotutto siamo ancora in ottobre, mese della vendemmia ma anche dell'Oktoberfest e della birra.
Da Rieti arriva la prima birra spalmabile: "una gelatina dolce e profumata alla birra con sfumature diverse. - come racconta Pietro Napoleone della Cioccolateria Napoleone di Rieti - Accompagna egregiamente antipasti e formaggi, è ottima sui crostini".
La nuova gelatina nasce dalla collaborazione tra due aziende artigianali della conca reatina: la Cioccolateria Napoleone ed il Birrificio Alta Quota di Cittareale. "Siamo molto soddisfatti di come è riuscito questo nuovo prodotto e della collaborazione che è nata con l'azienda di Lorenzini (Alta Quota n.d.r.)" conclude Napoleone.
Per ora il prodotto è acquistabile solo online o recandosi direttamente a Rieti, ma Natale si avvicina e qualcuno sta già pensando ai classici mercatini come canale di distribuzione. 

25 ottobre 2012

Sguardo in India

Aprendo a caso un qualsiasi giornale lombardo sembra quasi che i due schieramenti politici facciano a gara a chi ha il maggior numero di indagati e processi giudiziari: ieri c'è stato l'arresto dell'architetto Sarno nell'ambito dell'inchiesta su Sesto San Giovanni, ma anche l'annuncio che il Consiglio Regionale, ormai completamente allo sbando dopo le diverse inchieste sulla sanità ed il "sistema-Formigoni" si dimetterà nella giornata di domani.
Ogni tanto può essere rassicurante dare un'occhiata alla stampa internazionale.
Ogni tanto. In India, ad esempio, il Partito del Congresso, quello di Gandhi, di Nehru e della lotta per l'indipendenza, sta attraversando una gravissima crisi a causa di una serie di scandali, manco a dirlo, sulla corruzione.
L'ultimo riguarda Robert Vadra, esponente di spicco del partito e genero della presidente del partito stesso, Sonia Gandhi, che è stato accusato di aver preso tangenti per decine di milioni di dollari dal gigante immobiliare Dlf: dal 2007 al 2010, in effetti, la famiglia Vadra ha acquisito 31 diverse proprietà immobiliari a prezzi "ritoccati".
Vadra si dice "fiducioso delle inchieste della magistratura", una frase spesso sentita anche a latitudini più europee, ed il partito del Congresso si chiude a riccio in sua difesa. Nel frattempo un ispettore generale che indagava sull'acquisizione dei terreni di Vadra è stato trasferito in un altro stato.
Niente di nuovo sotto il sole, dopotutto.

24 ottobre 2012

Foto del mese?

Nella nuova Francia socialista di Francois Hollande i motivi di confronto non mancano: proprio in questi giorni i nostri cugini sono alle prese con la decisione di concedere i matrimoni omosessuali o meno.
Gli schieramenti sono abbastanza chiari, ormai classici: da un lato i conservatori, le fascie più âgée della popolazione, che non vogliono sentirne parlare, dall'altro i socialisti attualmente all'Eliseo e i giovani, gli strati più dinamici e vitali della popolazione.
La Francia, in questi mesi di crisi economica e di monopolio finanziario delle pagine dei media, si sta appassionando al nuovo argomento, prende posizione, si schiera. lotta.
A Marsiglia, città del sud, meno produttiva e lontana dalla libertina Parigi, hanno organizzato una manifestazione contro la proposta di legge. Difesa delle famiglie, del matrimonio tradizionale e delle radici cristiane dell'Europa. Insomma da una parte e dall'altra delle Alpi la musica non cambia.
A rispondere alla manifestazione ci hanno pensato due ragazze, che semplicemente hanno fatto l'azione più naturale possibile: si sono baciate. Un bacio appassionato, urlato, sbandierato davanti a tutta la manifestazione, a chi di un amore tra uomo e uomo, o tra donna e donna, non vuol proprio sentirne parlare.
Un bacio che si è meritato le prime pagine di diversi giornali, e che sta facendo il giro di internet.

23 ottobre 2012

Capital of the world

Ieri si è svolto il terzo e ultimo dibattito tra Barack Obama e Mitt Romney. Tema dello scontro è stata la politica estera ed il presidente ha dimostrato una familiarità maggiore rispetto allo sfidante repubblicano: quasi tutti i media hanno dato ad Obama la palma del vincitore, sebbene Mitt Romney non abbia sfigurato come si temeva. Ecco il punto: entrambi gli sfidanti hanno espresso idee molto simili, molto vicine, sostanzialmente con Obama che difendeva la linea di concertazione che ha guidato la politica USA negli ultimi quattro anni e Romney che non si discostava di troppo.
E' mancato l'annuncio di un negoziato diretto con l'Iran, che poteva essere il solo punto di scontro vero tra democratici e repubblicani.
I tempi di Bush e di Dick Cheney, dell'America "dura e pura" contro tutti sembrano essere finiti, con buona pace dei Tea Party.
La prospettiva, però, è sempre dal punto di vista americano: che ruolo devono giocare gli Stati Uniti in Siria, come agire in America Latina, le relazioni bilaterali con la Cina. In due ore di dibattito nessuno dei due candidati ha parlato di autodeterminazione o di libertà di scelta per i popoli: l'America deve intervenire sempre e comunque, deve giocare il suo ruolo globale e interessarsi di tutte le crisi. 
E chi lo dice ai siriani che il loro futuro potrebbe essere deciso dall'umore di un elettore dell'Ohio?
Nota dolente: oltre che di autodeterminazione non si è parlato nemmeno di Europa. Per tutta la durata  del dibattito il Vecchio Continente non è mai stato menzionato, nemmeno una volta. 
Ich bin ein Berliner? No grazie, magari un'altra volta.

22 ottobre 2012

Una storia sbagliata

Una storia che sembra scritta apposta per un film, già letta più volte sui nostri giornali.
E' sabato sera e una famiglia sta tornando a casa in macchina. Piove, la strada è scivolosa e traditrice, la macchina finisce in un canale.
La famiglia rischia grosso: la madre perde i sensi e anche padre e figlio non riescono a uscire dall'abitacolo, che lentamente scivola verso il fondo del canale.
Per fortuna passano di lì tre persone, due uomini e una donna, immigrati e clandestini. Uno di loro si rende conto di quello che sta accadendo, non ci pensa due volte e si getta in acqua per aiutare chi rischia la vita.
Nel frattempo arrivano i soccorsi, i tre immigrati si rendono conto del grosso rischio che stanno correndo e si allontanano, nascondendosi. Bisogna scappare dopo aver salvato una vita, se non si vuole venire espulsi.
La famiglia però non si da per vinta, troppo grande è la riconoscenza verso questi salvatori per poter restare in silenzio, la stampa nel frattempo viene a sapere della cosa, si interessa e trasforma gli immigrati in eroi. 
Gli eroi però sono identificabili, possono essere espulsi.
La comunità locale si mobilita e cerca di trasformare la cosa in un caso nazionale: non si può rimandare oltremare una persona che ha salvato una vita. Non importa il passato, non importa la clandestinità, chi ha sventato una simile tragedia non può non ricevere il giusto riconoscimento, così scrivono i giornali e così dicono i politici. Non mancano nemmeno le polemiche, c'è chi non ci sta. Persino il ministro si interessa e predispone una grazia, un permesso di soggiorno honoris causa.
La storia ha un lieto fine: l'immigrato clandestino ha distrutto con un solo gesto tutti i pregiudizi sugli extracomunitari, sui maruga e sui neri. Un solo gesto, naturale e spontaneo: salvare una vita.
Non è bastato: Adoiou Aberrahim, 48 anni, è stato fermato questa mattina con l'accusa di immigrazione clandestina e verrà rimpatriato. La legge è uguale per tutti. 

12 ottobre 2012

Ci pisciano in testa, e dicono che piove

La notizia è di ieri, ormai è vecchia, in effetti. Ma merita comunque di essere letta, scritta, gridata nelle strade, perchè lascia veramente di stucco. Come mai la Corte Costituzionale ha bocciato la legge che tagliava gli stipendi dei super-manager pubblici? Tutti se lo stanno chiedendo, in pochi rispondono.
Riassunto: il decreto legislativo numero 78 del 2010 (due anni fa!) stabiliva che, all'interno delle misure di controllo della spesa pubblica, gli sti€pendi dei dipendenti della Pubblica Amministrazione superiori ai 90.000 € annui lordi venissero tagliati del 5% nella parte eccedente e del 10% se lo stipendio avesse superato i 150.000€.
Niente da dire, ci sono tagli in tutti i settori, intere aziende sono entrate in cassa integrazione e in tutta Italia c'è un clima da "spending-review", è giusto che anche i manager pubblici, che non sono o non dovrebbero essere politici, facciano la loro parte, come i loro colleghi privati.
Purtroppo però qualcuno ha fatto ricorso, si è aperto un procedimento revisorio presso la Corte Costituzionale che oggi ha emesso la sentenza.
La norma è definita incostituzionale non solo come modifica unilaterale del rapporto di lavoro, ma soprattutto perchè andando a colpire i "soli" dipendenti pubblici costituirebbe una discriminazione.
Una legge ad personam, quindi, che andando a colpire una determinata categoria professionale sarebbe incostituzionale.
Queste le motivazioni: discriminazione.
La normativa giuridica è rispettata, per il pudore si può aspettare domani. 

11 ottobre 2012

Sguardo OltreManica

In questi giorni si sta svolgendo, a Birmingham, l'annuale congresso del Partito Conservatore britannico. Dopo esser stati relegati all'opposizione per più di un decennio da Tony Blair, da qualche anno i Tories sono tornati a Downing Street con un premier giovane e che piace, David Cameron.
Inoltre controllano la Capitale, dove Boris Johnson è appena stato rieletto per il secondo mandato, e le principali città inglesi.
Settimana scorsa erano stati i Labour a organizzare un meeting, a Manchester, ma il partito si è spaccato sulla strategia con cui opporsi al governo, ed il segretario eletto l'anno scorso, Ed Milliband, non ha saputo far serrare le fila e tenere in pugno il partito.
Se anche i Liberaldemocratici, con cui la partnership di governo sembrava logora, sono attualmente in crisi è anche perchè non hanno saputo rappresentare la terza alternativa ai due blocchi storici di Tories e Labour. 
E quando puoi votare l'originale, perchè votare la brutta copia? 
Tutto a gonfie vele, insomma. E infatti anche il congresso, o meglio la conference, come viene chiamata al di là della Manica, è una grande festa con dibattiti, letture e ospiti importanti. Non solo le stars del partito, infatti, ma gente di spettacolo del calibro di Hugh Grant e Charlotte Church.
Niente male per un partito di destra, conservatore certo, ma molto young.
Vi immaginate Scamarcio al congresso del nostro centrodestra, se mai ce ne sarà uno?
Ogni media sceglie di coprire l'evento come meglio crede, inviati e giornalisti non si contano. Il Post, più che coprire, scopre: ecco la sorpresa del giorno.

10 ottobre 2012

Nuovi racconti dall'aldilà

Di solito quando uno scrittore pubblica un nuovo libro è ancora in vita, o almeno morto da poco. Certo, alcuni libri postumi sfruttano anche mediaticamente la scomparsa dell'autore per vendere, delle autobiogradie poi, non parliamo.
Ma c'è uno scrittore che, morto quasi 40 anni fa, è ancora "sulla cresta dell'onda" e si prepara, se così si può dire, alla pubblicazione di un nuovo libro. E' John Ronald Reuel Tolkien, per tutti il creatore del Signore degli Anelli e della saga della Terra di Mezzo.
Proprio ieri, infatti, la Harper&Collins ha dichiarato di esser sul punto di pubblicare un "nuovo" libro dello scrittore britannico. La novità è che però il poema, perchè di questo si tratta, non riguarda hobbit, elfi o orchetti, ma il MedioEvo fantastico inglese.
Niente Aragorn, niente Gandalf, ma Re Artù e Fata Morgana.
"La caduta di Artù", questo il titolo del poema, racconta le ultime gesta del re della spada nella roccia, che cerca di tenere unito un regno ormai lacerato dalla guerra con Mordred, figlio di Morgana.
Sembra che Tolkien abbia scritto il poema addirittura prima di iniziare Lo Hobbit, il primo romanzo ambientato nella Terra di Mezzo, quindi intorno agli anni '20: quasi un secolo ha dovuto aspettare prima di venire pubblicato!

09 ottobre 2012

Chi ha vinto davvero?

Hugo Chavez ha vinto le elezioni, lo sappiamo. Si tratta di un nuovo mandato presidenziale per 6 anni, il quarto dal 1999: così, il presidente avrà governato per un ventennio consecutivamente quando gli elettori saranno chiamati ancora a votare.
Il Partito Bolivariano ha modificato più volte la Costituzione per poter far rieleggere il suo lìder, ma nonostante questo il Venezuela non è governato da una dittatura autoritaria, come vorrebbero far credere alcuni media, sicuramente non da una dittatura di tipo latinoamericano, alla Pinochet, tanto per capire.
Chavez ha sempre vinto le elezioni regolarmente: nel 2006 ha trionfato con oltre il 63% dei voti, e già lì si era parlato di brogli, pressioni e comportamenti antidemocratici. Quest'anno è andata un po' peggio: solo il 54% dei voti.
L'opposizione, per la prima volta unita dietro ad un unico candidato conservatore, Enrique Capriles, ha ottenuto il restante 46%, migliorando di quasi dieci punti la performance dell'ultima volta, quando si era fermata a quota 37%.
E' stato una vittoria per le opposizioni? Indica un'inversione di tendenza e un'incrinatura nel rapporto tra Chavez e il suo popolo?
No, anzi. Il successo di Chavez, successo meritato e arrivato al termine di una sfida elettorare forse impari, ma democratica, è la risposta a chi lo accusava di star instaurando una dittatura castrista nel paese sudamericano. Chavez avrà un governo autoritario, una politica populista e un controllo totale dell'apparato statale, ma i venezuelani sono con lui. Fino a che i proventi del petrolio, in mano all'azienda statale, vengono usati anche per alzare i salari e fornire sussidi e aiuti ai meno abbienti, oltre che a paagare i lussi del presidente, sta bene. Il rapporto tra Chavez e i suoi elettori è paternalistico, infantile magari, sicuramente populista, ma non è logoro: nonostante due tumori e un minor peso internazionale per il Venezuela, è sempre lui l'uomo al comando, il più amato. Forse quei nove punti in meno, più che una sconfitta, sono la vera vittoria di questa tornata elettorale.

08 ottobre 2012

La tigre senza denti

L'avevano soprannominata la Tigre Celtica, un'epoca felice in cui il tasso di crescita dell'Irlanda rivaleggiava con quello di paesi come Taiwan, Corea del Sud e Malaysia. 
Poi sono arrivati i sub-primes, la crisi delle finanze europee e anche Dublino si è accorta di dover stringere la cinghia: da rampante felino, l'isola verde si è trasformata in un pezzo di sud-Europa alla periferia del continente. Ormai si parla di PIIGS, ovvero Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna, ma anche maiali.
Quest'anno è il quarto dall'inizio della tempesta, e dall'adozione delle solite misure di austherity somministrate anche ai greci e ai portoghesi. Dublino sembra reagire meglio delle economie latine alla "cura-Merkel", ma questo non vuol dire che la gente stia meglio. Anzi.
Con il passaggio della crisi dalla finanza internazionale (e virtuale) ai portafogli (concreti) della gente, l'Irlanda ha riscoperto un fenomeno che sembrava aver dimenticato: l'emigrazione.
Da gennaio ad aprile di quest'anno sono 87 mila gli irlandesi che hanno lasciato casa, quando erano stati non più di 80 mila in tutto lo scorso anno. L'Irlanda, che era stata essenzialmente un bacino di emigrazione almeno fino alla Seconda Guerra Mondiale, negli anni '90 e 2000 aveva attratto numerosi investimenti e personale qualificato: una sorta di Inghilterra green e tecnologica, con il vantaggio di far parte della zona Euro. I "nuovi irish" provenivano non solo dall'Africa o dall'ex blocco sovietico, ma soprattutto da altri paesi europei come Italia, Spagna e Francia.
Oggi il trend si è invertito. Chi può torna alla vita di prima, compiendo a ritroso un viaggio di speranze e dolori. Gli altri cercano fortuna nelle stesse terre dei loro trisnonni: New York e Toronto, oltre che Londra, sono le nuove mete dei giovani irlandesi. Nuove soltanto per questa generazione.

05 ottobre 2012

Doccia fredda sulla Siria

"La Siria rappresenta veramente la tempesta perfetta". Jon Lee Anderson non ha dubbi: di tutte le rivolte e sommosse della Primavera Araba, quella siriana rappresenta la situazione più difficile, la più intricata.
Anderson è giornalista del New Yorker ed esperto di Medio Oriente, lui stesso è stato in Siria più volte prima e dopo l'inizio delle sommosse. In questi giorni è ospite del Festival di Internazionale di Ferrara, dove oggi si è svolto un incontro sulla rivolta al regime di Bashar al-Assad.
Le stesse condizioni politiche ed economiche siriane, le pressioni internazionali e l'escalation di violenza che sta tragicamente colpendo il Paese non hanno termini di paragone con le esperienze di Tunisia, Egitto e Libia.
Un intervento militare occidentale non sembrerebbe possibile per via dei forti appoggi che Assad gode all'interno dello stesso Consiglio di Sicurezza dell'ONU: Russia e Cina si sono sempre opposte a qualsiasi forma di intervento armato in Siria. Allo stesso tempo però le forze ribelli, il direttivo dell'Esercito Siriano Libero, non dispongono delle forze per contrastare l'aviazione governativa, che sta facendo pendere la bilancia a favore della dittatura. "Fino a che i ribelli non potranno contendere il cielo ad Assad, non potranno fare molto di più di quello che stanno già facendo ora".
E' quindi impensabile che la situazione migliori, almeno nel breve periodo. Anzi potrebbe peggiorare, drasticamente.
"L'ultima cosa da fare è aspettarsi che la soluzione arrivi come una nave di soccorso dopo il naufragio, questa nave potrebbe non arrivare mai".

04 ottobre 2012

Paura del diverso, a scuola

Proporre cose nuove nel mondo della scuola, riforme o innovazioni che siano, è stata una vera e propria croce per molti governi: Moratti, Fioroni, Gelmini sono solo gli ultimi esempi.
Ma la scuola rischia di confermarsi un ambiente conservatore e chiuso, proprio lì dove dovrebbe nascere il domani, non solo al macro livello della burocrazia ministeriale, ma anche e purtroppo nella didattica quotidiana, il vero campo di battaglia.
E' quello che è successo a Parma, in un istituto superiore, dove una professoressa aveva proposto alla propria classe di quarta di visitare il Centro Islamico della città emiliana: un'ottima occasione per celebrare quella che vorrebbe essere la "Giornata parmense del dialogo interreligioso". Ma ecco che scoppia il caso: la classe, gli studenti si rifiutano di partecipare all'iniziativa, non ci pensano proprio a visitare il centro e fanno quadrato contro la prof, che è costretta a cedere: salta tutto.
Il rammarico di chi questa giornata l'aveva preparata da tempo è palpabile: "La paura è quella del diverso" ricorda Luciano Mazzoni, coordinatore del Forum Inter-religioso parmigiano e principale artefice dell'iniziativa.
Il diverso spaventa, certo, fa paura, e nessuno si scandalizzerebbe se una classe di liceali avesse delle remore a visitare un centro islamico, ma le paure vanno affrontate e superate, proprio da questo nasce la crescita, e senza crescita... che scuola è?

03 ottobre 2012

Il bullo del quartiere

Ci sono storie che a volte superano ogni immaginazione: nemmeno il più cinico dei comici o il più originale dei romanzieri avrebbe potuto inventarsi quella di cui si parla oggi. Una storia brutta, schifosa, perchè lo schifo è l'unica reazione possibile di fronte al comportamento di Antonio Piazza, lecchese, e già membro del direttivo provinciale del PDL.
Si tratta di malapolitica? No, questa non è malapolitica, non è l'arroganza di una classe che troppe volte si è vista impunita, è qualcosa che va oltre e travalica la decenza, mostrando a quali bassezze può arrivare un uomo.
I fatti: Antonio Piazza, presidente dell'ALER di Lecco, un ente a partecipazione pubblica che si occupa di alloggi popolari, sta andando in centro con la sua macchina e non trovando parcheggi liberi, si piazza tranquillamente su un posto riservato ai disabili. Vi lascia l'auto e se ne va. 
Qualche minuto dopo arriva un disabile (vero), anche lui in cerca di parcheggio, e notando che l'auto sul posteggio riservato non ha il tagliandino arancione si accorge di aver subito un torto e chiama una pattuglia di vigili.
Questi, una volta sul posto, non possono far altro che riconoscere l'infrazione, rintracciano Piazza e gli intimano di spostare il veicolo, lasciando libero il posteggio a chi ne ha diritto e rifilandogli la conseguente multa per parcheggio in divieto di sosta. Come prescrive il Codice della Strada.
Finita qui? Certo che no: il Piazza attende che i vigili abbandonino "la scena del delitto", si avvicina alla macchian del disabile che ormai si è allontanato e lì consuma la sua vendetta: gli taglia le gomme!
Tutto questo succede alla fine di settembre: ci vuole una settimana per inchiodare il Piazza, arrivando a utilizzare le telecamere di sicurezza a circuito chiuso che sorvegliano la zona.
Oggi Piazza, su sollecito del direttivo pidiellino, ha consegnato le dimissioni da dirigente del partito, e si attendono a breve anche quelle da presidente dell'ALER. No comment.

02 ottobre 2012

Quote rosa

Ieri IKEA rilasciava le anteprime del suo nuovo catalogo 2013, edizione Arabia Saudita: stessi mobili, stesse foto solo.. niente donne! Cancellate completamente da ogni pagina, con risultati discutibili anche per i fanatici di Photoshop: bambini che fanno colazione guardando il muro, fidanzati che abbracciano l'aria guardando la TV. 
Questa la notizia che arriva dall'Arabia, paese "maschilista" per eccellenza.
Che dire invece dei Balcani? Anche lì l'immagine della donna viene rimossa per "pubblica decenza"?
Niente affatto, anzi: in Croazia da questa settimana una donna allena una squadra maschile professionistica.
La notizia la trovate su Repubblica: si chiama Lajla Veselica e oltre ad allenare gareggia pure in un concorso di bellezza. E' stata, infatti, Miss Sport nel 2008.
Sfiora il pensiero che si tratti di una trovata pubblicitaria, un modo per far parlare della squadra, come se da noi si mandasse in panchina una Miss Italia. Niente affatto, Lajla è laureata in Fisica all'Università di Zagabria e da pochi giorni è a tutti gli effetti il capo-allenatore del Viktorija Vojakovac FC. 
Allenatore, quindi, e per di più un laureato in Fisica.
Niente altro da aggiungere.

01 ottobre 2012

Si ritorna a volare, chi paga?

La notizia di oggi è una non-notizia, una di quelle storie che veramente gettano un'ombra sulla ratio umana, fugando però ogni dubbio quando l'analisi è rivolta alla nostra classe politica locale.
Questa mattina il Corriere, e con lui diversi notiziari, avevano annunciato il "nuovo decollo" della compagnia aerea siciliana WindJet, fallita il 13 agosto  lasciando a terra centinaia di turisti e soprattutto 500 dipendenti cassaintegrati.
Dove avrebbe trovato i soldi per ripartire? O meglio, chi è che investe centinaia di migliaia di euro su una dirigenza che è stata capace di far fallire una compagnia aerea la settimana di Ferragosto? 
La risposta è arrivata con ottimo tempismo all'interno della bufera sui finanziamenti ai partiti regionali e i tagli alla spesa: sarà direttamente la Regione Sicilia, attraverso una finanziaria sua controllata, a ridare linfa ai vertici dimissionari, che avranno tutto il tempo per riprovare l'avventura, questa volta finanziati (anche) da soldi pubblici.
E qui il primo pensiero: che diritto ha un governatore dimissionario, per di più per reati di mafia, di disporre così di soldi pubblici?  Che garanzie possono offrire dei dirigenti d'azienda che sono stati capaci di far fallire una compagnia aerea low-cost proprio la settimana di Ferragosto, con gli aerei già prenotati e i biglietti pagati?
Questa la notizia fino al primo pomeriggio, per lo meno.
Perchè alle 17.46 la smentita, ovvero una nota dell'ENAC, il gestore delle rotte aeree italiane, che annuncia che non è stata pervenuta alcuna richiesta da parte di WindJet, riferendosi, con questo nominativo, sia alla società già fallita in estate sia alla newco che avrebbe dovuto sostituirla.
Che succederà? E' presto per dirlo. I soldi della regione andranno davvero a rimpolpare le casse di un'azienda, che ha fallito pochi mesi fa, quando avrebbe dovuto riscuotere piuttosto che spendere? Non si sa, certamente però non finiranno nelle tasche di chi è rimasto a terra quel 13 di agosto.