08 febbraio 2013

Il maltempo e il Presidente

Gli Stati Uniti sono alle prese con una nuova emergenza maltempo. 
Questa volta è stata soprannominata "Nemo", la tempesta invernale che sta investendo la costa orientale con temperature polari e metri di neve.
Nell'ottobre scorso, quando l'uragano "Sandy" aveva falcidiato le coste di New York e New Jersey arrivando a colpire anche Manhattan, la campagna elettorale tra Obama e Romney, fino ad allora incentrata essenzialmente sull'economia, aveva visto un'improvvisa invasione di campo delle tematiche ambientali.
Se il Partito Repubblicano continua a negare ogni riferimento al riscaldamento climatico, arroccandosi dietro alle posizioni del "non scientificamente dimostrato", i Democratici hanno da tempo inserito l'environment nella loro agenda.
Lo stesso Obama aveva impostato la campagna elettorale del 2008 con un'impronta decisamente green. Poi si sa, le promesse sono difficili da mantenere, e l'ambiente è diventato uno dei principali punti di divisione tra il presidente e quella base scontenta e delusa per le poche riforme radicali.
Una delle grandi speranze legate al secondo mandato è proprio quella che Obama, libero dai vincoli legati alla rielezione, possa portare avanti una battaglia più radicale in difesa dell'ambiente.
Tanto per ricordare, gli USA non hanno mai aderito al protocollo di Kyoto.
Di fronte alla nuova emergenza maltempo, che sta battendo ogni record precedente, ma è ormai la norma, il governo della più importante economia mondiale non può più fare finta di niente e tapparsi le orecchie: il compromesso ambientale non può più aspettare.

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