La Corea del Nord ha rilasciato una dichiarazione a dir poco "bellicosa" ieri alla riunione delle Nazioni Unite in corso a Ginevra sul tema del disarmo nucleare.
Il portavoce del regime di Kim Jong-un ha infatti dichiarato che: "Come dicono, un neonato non prova terrore di fronte a una tigre. Il comportamento erroneo della Corea del Sud la avvicinerà soltanto alla sua distruzione finale".
Insomma, metafore da saggezza orientale e minacce vere e proprie: dopo il test atomico di due settimane fa che era sembrato un diretto avvertimento agli Stati Uniti (due giorni dopo il presidente Obama avrebbe pronunciato il celebre discorso sullo Stato dell'Unione), il regime nord-coreano ha rincarato la dose cercando, probabilmente, di alzare il livello dello scontro: "Se gli Stati Uniti dovessero assumere un atteggiamento ostile nei confronti della Repubblica Democratica Popolare della Corea del Nord (questo il nome completo della dittatura di Pyongyang), la Nord Corea non avrà altra scelta che rispondere con un secondo e terzo forte movimento in successione".
L'ambasciatore della Corea del Sud allo stesso meeting ha risposto che il regime di Pyongyang dovrebbe piuttosto occuparsi della salute dei suoi cittadini, in un paese che negli ultimi anni è stato falcidiato da cicliche carestie, come riporta la BBC.
Il nuovo regime di Kim Jong-un, da meno di un anno al potere, sta cercando probabilmente di conquistare maggiore visibilità internazionale per mantenere aperto il dibattito intorno ad un conflitto mai sedato e che Seoul sta vincendo a colpi di mercato: appena subito dopo l'elezione, il nuovo dittatore ha dovuto ammettere la necessità di aprire i mercati nordcoreani ai prodotti del sud, auspicando un'unica zona economica comune.
Speranze e minacce, carota e bastone.
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