Negli anni '70 c'era la "Diplomazia del Ping Pong". Quando la Cina di Mao e gli Stati Uniti di Nixon dovevano incontrarsi, organizzavano incontri di tennis tavolo per stemperare la tensione tra l'Oriente comunista e l'Occidente capitalista.
Il successo fu tale che lo stesso presidente Nixon andò a Pechino per seguire un incontro di ping pong a una conferenza del Partito Comunista.
L'uomo dietro questo successo, il campione Zhuang Zedong, è morto solo qualche settimana fa.
Oggi la Cina non è più un pericolo per gli Stati Uniti, almeno a livello militare. E Washington ha individuato nel regime nord-coreano di Kim Jong-Un il nuovo nemico.
Un nemico da combattere con la forza della seduzione e della distensione prima ancora che con le armi.
La visita di Richard Schmidt, CEO di Google, di fine gennaio nella capitale nordcoreana è stata indubbiamente un grande successo per la diplomazia statunitense, che si era impegnata in prima persona inviando l'ex governatore dello stato del New Mexico al seguito di questa "missione diplomatica privata".
In questi giorni, è il turno delle star della pallacanestro, un brand a stelle e strisce almeno quanto Google.
L'ex star NBA Dennis Rodman si trova attualmente a Pyongyang per seguire e promuovere un incontro tra una selezione statunitense e una squadra nordcoreana.
Trovandosi fianco a fianco con il dittatore Kim Jong-Un, Rodman non ha esitato a chiamarlo "A friend for life", come riporta il Daily Mail.
Rodman ha incontrato ministri e membri del governo prima di sedersi a bordo campo spalla a spalla con il suo nuovo amico.
Il regime coreano ha conquistato le prime pagine di tutto il mondo conducendo un nuovo test nucleare soltanto dieci giorni fa. Indubbiamente la visita "cestistica" era già stata programmata in precedenza, ma assume oggi tutto un altro valore: tieniti stretti gli amici, ma ancora più stretti i nemici.