Novembre è da sempre il
mese che apre l’anno del rugby internazionale: le squadre dell’emisfero sud,
già rodate dai campionati nazionali e dal TriNations (ora Rugby Championship),
vengono a “testare” le velleità delle compagini europee, dove invece i
campionati sono appena iniziati e gli allenatori sfruttano queste partite come
banco di prova prima del 6 Nazioni primaverile. Per la nostra Italia più che
una verifica sarà una prova d’ingresso, un benvenuto per un gruppo giovane e
nuovo: se il 6 Nazioni scorso è stato all’insegna della continuità con la
gestione Mallett e il tour estivo nelle Americhe non ha saggiato la
competitività degli azzurri nell’alto livello (l’Argentina era in piena
preparazione pre-Rugby Championship e né Canada né Stati Uniti sono all’altezza
delle altre 5 nazioni europee), le partite contro Tonga, Australia e Nuova
Zelanda dovrebbero dare a Brunel le risposte che cerca.
Soprattutto la prima,
quella più alla nostra portata; non che le sfide a Wallabies e All Blacks
saranno delle comparsate scontate, tutt’altro, ma francamente è la sfida di
Brescia la “nostra” partita, la bilancia attraverso cui la Nazionale verrà
pesata e valutata. Se poi ci saranno sorprese nelle altre partite, sia chiaro,
bene venga: in campo si entra per vincere.
Attualmente, Tonga ci
tallona da vicino nel ranking mondiale: noi siamo undicesimi, loro dodicesimi,
e le posizioni potrebbero invertirsi in caso di sconfitta (tié) a Brescia. E’
un avversario direttamente complementare agli Azzurri: il loro un gioco fisico,
basato sul talento individuale e molto anarchico (e capace di mettere in
difficoltà chiunque, vero Francia?), il nostro un gioco fatto di tattica,
organizzazione in mischia e, si spera, gestione della squadra. Ecco perché la
partita con Tonga è così importante, come vero banco di prova: è lì che si
capirà quanto valiamo e a cosa possiamo aspirare in primavera e in estate. Agli
All Blacks ci penseremo a tempo debito, per ora: Forza Azzurri!
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