Il governo olandese, alla fine, ha ceduto.
Troppo forti le pressioni dei commercianti e della società civile, rappresentate dalle amministrazioni locali della città di Amsterdam, per non ritirare la controversa norma che vietava la vendita di marijuana e hashish ai non-olandesi.
Il cosiddetto "weed-pass" non verrà ripresentato, e la sperimentazione di questi mesi finirà nel dimenticatoio.
Da anni l'Unione Europea, e i governi dei paesi confinanti, Belgio e Germania, cercavano di porre un freno al consumo di stupefacenti in Olanda, tanto che la prima normativa, proposta qualche anno fa, vietava l'apertura di coffe-shop nelle amministrazioni a ridosso del confine di Stato. Un caso era scoppiato nella citàà di Maastricht, dove decine e decine di giovani tedeschi andavano a "rifornirsi" tutti i giorni, tanto che il governo di Berlino aveva più volte alzato la voce contro questo "turismo dell'erba".
A inizio anno il governo olandese aveva proposto un giro di vite: niente hashish o marijuana ai turisti, solo agli olandesi, che avrebbero potuto comprare servendosi di un'apposita green card rilasciata ai soli residenti.
Subito erano scoppiate polemiche e campagne di protesta, in una città come Amsterdam che ogni anno vive del turismo di 1,5 milioni di europei che si recano nella capitale olandese semplicemente per fumare.
Vietare il fumo avrebbe creato un buco nell'economia olandese che difficilmente sarebbe stato digerito, in un'epoca di recessione economica in tutto il continente.
Oggi il governo ha annunciato che la norma verrà cancellata e tutto tornerà come prima, Merkel o non Merkel.
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