Oggi è in corso la più grande manifestazione sindacale della storia d'Europa: mai si erano viste così tante sigle di lavoratori fianco a fianco per protestare contro le politiche economiche e per ribadire la centralità del diritto al lavoro.
In Italia ci sono manifestazioni a Torino, Milano, Brescia, Venezia, Padova, Trieste, Parma, Bologna, Palermo, Bari, Brindisi e, naturalmente, Roma. Ci sono stati feriti, scontri, scene da guerriglia urbana. Seguiranno processi, qualcuno finirà in carcere, qualcun'altro verrà silurato. O forse no.
In Italia è così, lo sappiamo, ed è un peccato. Perchè lo scontro oscura il vero motivo della protesta, la vera notizia che è che milioni e milioni di cittadini europei sono scesi in piazza insieme, fianco a fianco, per esprimere la propria opinione.
In alcuni casi è una protesta contro le misure adottate da governi neoliberisti, come nella Spagna di Rajoy o in Olanda. In Grecia la protesta è indirizzata contro una e una sola persona, Angela Merkel e tutto quello che rappresenta. I francesi non hanno motivo di protestare e scendono in piazza per esprimere solidarietà con i colleghi belgi e italiani.
Le confederazioni sindacali che hanno aderito a questa protesta sono 85 in 36 paesi diversi, per un totale di più di 60 milioni di lavoratori coinvolti. Si stima che in piazza siano scese almeno 25 milioni di persone.
In attesa che i politici riescano a mettersi d'accordo sugli Stati Uniti d'Europa una voce ha gridato: "Lavoratori di tutta Europa unitevi!". E qualcuno ha risposto.
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