12 novembre 2012

Patrmoniale sì, anzi no... anzi forse

Il primo annuncio di Barack Obama da riconfermato Presidente, dopo i tradizionali ringraziamenti di rito, è stato quello di voler introdurre una tassa per i più ricchi dei ricchi, i paperoni a stelle e strisce. Forse qualcuno si ricorda di un certo Warren Buffett che dichiarava di pagare tasse troppo basse.
In Europa lo spettro della tobin tax è stato osteggiato da molti euroscettici, fra tutti il premier conservatore britannico David Cameron, come simbolo di un'Europa statalista e continentale. Non che la Merkel abbia mai accarezzato l'idea, anzi. Le paure di Cameron, si potrebbe dire, si sono però avverate con l'arrivo di Hollande all'Eliseo, che ha confermato la volontà di introdurre una nuova tassa sui grandi capitali e chiederebbe una normativa europea in merito. Ne sa qualcosa Monsieur L'Oreàl.
In Italia invece è il governo capitalista, espressione delle banche e dei "circoli di potere", a minacciare di introdurre una tassazione di tipo patrimoniale (ieri), salvo poi rimangiarsi la parola (oggi) di fronte alle bordate di Confindustria, ma nel frattempo il Partito Democratico tace. Non prende posizione, anzi, ne prende due: si alla patrimoniale ma anche no a nuovi aumenti di tasse, senza considerare lo spauracchio della fuga di capitali all'estero. Aspettarsi qualcosa di diverso da leaders che vorrebbero guidare il riformismo europeo è chiedere troppo?

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