10 settembre 2012

Farina doppio zero

Che in Italia vi sia una dittatura mediatica del dio pallone è cosa abbastanza risaputa.
Se già sui media nazionali le belle storie provenienti da altri sport faticano a trovare lo spazio che meritano, in ambito locale il predominio calcistico è ancora più forte.
Le recenti Paralimpiadi sono solamente l'ultimo esempio.
Ma in questi giorni c'è un'altra storia, che riguarda il calcio, e che comunque non viene raccontata. E' quella di Simone Farina, difensore centrale l'anno scorso in forza al Gubbio (l'anno scorso in Serie B, quest'anno retrocessa in Lega PRO) e attualmente senza contratto.
Farina aveva avuto il suo quarto d'ora di notorietà nel giugno scorso, quando nella tempesta di scommessopoli aveva denunciato un tentativo di combine, rifiutandosi di giocare in modo sleale.
Prandelli lo aveva premiato convocandolo in Nazionale a Coverciano per un giorno.
Allora i giornali avevano riempito pagine con articoli sul bel calcio "che non ci sta", sull'importanza dello spirito sportivo e sul gesto "eroico" di Farina.
Oggi però è ancora Prandelli, e lui solo, a far scoppiare la notizia: come aveva avvertito a inizio estate, Farina va incontro ad un periodo difficile, poche sono le squadre interessate a un giocatore che non sarebbe disposto a "sporcarsi le mani". 
Insomma dopo essere stato osannato, ora Farina rischia di venir penalizzato proprio per la sua storia di denuncia e correttezza.
Sicuramente la sobrietà non è un vanto del calcio italiano, e il fatto che sia il Commissario Tecnico in persona a dover ricordare questa storia rende tutta la vicenda ancora più scabrosa, ma l'aspetto più grave, a mio parere, è la totale assenza dal panorama mediatico: Repubblica.it gli dedica un titoletto in prima pagina e un articolo a parte nella sezione di sport, ma è un'eccezione. 
La Gazzetta solo qualche riga a fondo articolo, Corriere.it nemmeno quello, ma forse è perchè viene dato spazio ad altre notizie, più accattivanti.
Speriamo almeno che sul Giornale dell'Umbria questa storia non sia dimenticata.

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