20 settembre 2012

Consegna in anticipo

Dopo quattro anni difficili, forse per Barack Obama è arrivato veramente il momento del raccolto.
Riuscire a essere riconfermato per un secondo mandato, soltanto un anno e mezzo fa, sembrava una impresa quasi impossibile: troppo lo sconforto, il sogno infranto, le promesse non mantenute.
Di certo il candidato repubblicano Mitt Romney sta aiutando più l'establishment del Partito Democratico che non sé stesso in vista di queste elezioni. Le gaffe imperdonabili, suo tallone d'achille già ai tempi del Massachusetts e delle primarie repubblicane, ormai non si contano più. L'ultima, quella dei "non me ne frega niente di quel 47% di americani che gode di un sussidio statale", è ultima solo in ordine di data.
C'è quasi il rischio che Obama vinca a tavolino, almeno fino ai sondaggi di questo pomeriggio.
Questo rischio per i repubblicani può dimostrarsi una grande opportunità per il presidente che, non dovendo più conquistare ogni singolo centimetro di campagna elettorael, potrebbe essere libero di preparare il suo secondo mandato, proseguendo l'opera di questi ultimi anni e invertendo la rotta su un paio di questioni.
Ambiente, prima di tutto: economia rinnovabile, risorse agricole tradizionali e non invasive, tutela del patrimonio selvatico americano, trattato di Kyoto (magari!) eccetera eccetera...
Islam, non che il presidente abbia trascurato il Medio Oriente, ricordate il discorso del Cairo? Ma i fatti delle ultime settimane dimostrano che la strada da fare è ancora molta e che il traguardo, in Palestina e nei dintorni, è ben lontano. Forse, non dovendo accontentare ad ogni costo la lobby sionista in campagna elettorale, Obama potrebbe correggere la posizione statunitense rispetto all'appiattimento servile in cui si trova ora.
Che il presidente, questo presidente, possa essere eletto con due mesi di anticipo, secondo me è una grande notizia, forse avventata o prematura. Che cosa succederà?
Vi sarà un ulteriore carico di responsabilità sulle spalle di Obama, avrà sempre meno scuse per gli insuccessi cui sicuramente andrà incontro, e dovrà ancora di pià tener fede alle promesse elettorali. Finora Barrie ha dimostrato prudenza e pragmatismo, non corre il rischio di fare il passo più lungo della gamba e di venir beffato al fotofinish. Non succede, ma se succede...

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