Usain Bolt è stato il trionfatore di Londra 2012. Il velocista giamaicano ha battuto non solo Blake, Powell e gli altri rivali che provavano a "scalzarlo" dal trono, ma anche e soprattutto i dubbi legati alla sua preparazione e al suo stato di forma.
Gli è stato dato del bollito, del montato, del presuntuoso.
Bolt ha zittito tutti con l'ennesima prestazione da incorniciare, per ricordare al mondo che fino a che sarà in pista, di uomo da battere ce ne sarà solamente uno.
Ora Bolt si sta prendendo la sua rivincita, godendosi le glorie conquistate in estate: se come dice una canzone "il secondo album è sempre il più difficile", probabilmente per il velocista la conferma a quattro anni di distanza conta anche più del trionfo di Pechino.
La notizia di oggi è che potremmo vedere Bolt in campo con il Manchester United, squadra di cui è un grandissimo tifoso, forse in un'eventuale amichevole contro il Real Madrid.
Al di là dall'enorme ritorno di immagine che potrebbe avere questa iniziativa, tanto per lui quanto per i Red Devils, questa vicenda può rappresentare una bella storia di sport.
Atleti che, proveniendo da discipline diverse, dimostrano di ammirarsi e di condividere la stessa passione per lo sport possono essere un esempio e una piacevole sorpresa per chi ha ancora in mente i giudizi di Vanessa Ferrari sulla Ritmica o la rissa della squadra di nuoto azzurra.
N.B: Schwazer, Armstrong o il calcioscommesse sono un'altra storia.
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