In Italia, si sa, ogni volta che si toccano temi etici, dall'aborto, all'eutanasia alle politiche famigliari, si scatena un acceso dibattito, seguito dall'abituale putiferio; sarà per la nostra focosa latinità, o forse per la tradizione cattolica, tendiamo comunque a guardare i paesi esteri, anglosassoni in primis, per la gestione di queste tematiche.
Da ieri un acceso dibattito, con putiferio annesso, capitalizza l'attenzione mediatica degli Stati Uniti.
Responsabile della cosa è il candidato repubblicano alla presidenza dello Stato del Missouri (alle elezioni di novembre oltre al Presidente dell'Unione si rinnoveranno diversi governi statali) Senatore Todd Akin, che in un dibattito televisivo in prima serata dedicato alle politiche sull'aborto in caso di stupro ha dichiarato: "First of all, from what I understand from doctors, (pregnancy from rape)
is really rare. If it’s a legitimate rape, the
female body has ways to try to shut that whole thing down.”
Ovvero: il corpo femminile ha la possibilità, in caso di stupro, di evitare una concezione "indesiderata".
Se nessuno dei doctors non meglio identificati ha ritenuto doveroso smentire il senatore, ci hanno pensato le varie associazioni per i diritti delle donne e in primis la candidata rivale democratica ad attaccare una simile dichiarazione.
Malevola coincidenza: proprio ieri, in concomitanza con la performance del politico americano, si apriva a Rimini il XXXIII Meeting di Comunione e Liberazione. Possibili strascichi polemici anche da noi?
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