20 marzo 2013

The Absolute Moron's Guide to What's Happening in Cyprus

"Nei prossimi giorni sentirai parlare piuttosto spesso di Cipro". E' così che inizia un'interessante "Guida a quello che sta succedendo a Cipro per completi idioti", pubblicata dal magazine "The New York".
La conversazione spiega come mai quello che sta accadendo in una remota isoletta nel Mediterraneo orientale potrebbe avere conseguenze su tutto il resto del pianeta, e forse persino sui conti correnti degli abitanti di Brooklyn.
Con grande efficacia viene spiegato come mai il debito statale graco debba essere spalmato sulle spalle dei pescatori di Nicosia: essenzialmente le banche cipriote, che avevano investito pesantemente in Grecia negli ultimi anni e attualmente si trovano sull'orlo del fallimento, non possono permettersi di fallire a causa dei milioni di rubli che oligarchi russi e petrolieri siberiani (più o meno legalmente) vi hanno investito. Circa un terzo dei conti correnti aperti a Cipro, infatti, appartiene a cittadini della Federazione Russa, e non sarebbero noccioline.
Per poter salvare le banche il governo, su indicazione dell'Unione Europea di cui Cipro fa parte dal 2007, avrebbe bisogno di circa 7,3 milioni di Euro. E per recuperare il denaro, la strategia più verosimile sarebbe quella di un prelievo forzato straordinario su tutti i conti dei cittadini ciprioti. Qualcosa che oscilla tra il 5 e il 10% del patrimonio, a seconda del tipo di conto corrente. 
I cittadini verrebbero ricompensati con quote (di minoranza) nelle banche stesse, ma la cosa, chiaramente, non piace: il rischio è quello di un prelievo di massa in contanti da parte dei Ciprioti che potrebbe far scattare una reazione a catena per cui anche greci, italiani e spagnoli, già alle strette con i rispettivi sistemi bancari, rincomincino a mettere i risparmi sotto il materasso.
Un ritorno al lingotto, o meglio alla mazzetta, che farebbe precipitare l'Europa (finanziaria) nel caos.
Questa mattina il piano "tassista" sarebbe stato definitivamente rigettato dal governo cipriota, in barba alle indicazioni di Bruxelles, ma le proteste continuano.

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