09 gennaio 2013

Un film scomodo, troppo scomodo

Zero Dark Thirty è un film americano del 2012. E' diretto da Kathryn Bigelow (Oscar per The Hurt Locker) e racconta la storia della squadra speciale di Navy Seal che ha catturato e ucciso Osama Bin Laden.
Diciamo che il punto di vista esposto nel film non è propriamente obiettivo, ma si sa.
Oggi invece il governo degli Stati Uniti è stato condannato a pagare un risarcimento di 5 milioni di dollari ai detenuti del carcere di Abu Ghraib, la prigione degli orrori dove gli oppositori dell'occupazione americana in Iraq venivano torturati e seviziati fino al 2006.
Una manifestazione in corso a Washington per chiedere la chiusura del carcere di Guantanamo, sull'isola di Cuba ma in mano agli americani, ha bloccato la premier di Zero Dark Thirty, in cui alcune scene sembrerebbero giustificare l'uso di torture come mezzo di raccolta di informazioni strategiche e militari.
In questi stessi giorni, tra l'altro, una commissione d'inchiesta del Senato sta indagando sui contatti tra la CIA e la produzione del film, che avrebbe avuto accesso a informazioni riservate per scrivere il copione.
Bigelow si è dichiarata "sorpresa" delle proteste di oggi e delle accuse rivolte al suo film: scarsa obiettività, difesa della tortura e accesso a materiali segretati.
La produzione però, nel frattempo, gongola: quale migliore pubblicità per un film di una manifestazione di protesta e contemporaneamente un'inchiesta federale?

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