14 gennaio 2013

Focopiare gratis è possibile, ma sostenibile?

Uno dei costi maggiori della carriera universitaria è sicuramente quello dei libri di testo. A volte per un volume di medicina si arriva a spendere più di 100€, non proprio uno scherzo per uno studente che deve già affrontare i costi delle rette.
Per questo, da sempre, si ricorre alle fotocopie, sia riproducendo un volume per intero (nelle copisterie autorizzate dalla SIAE) sia andando a selezionare i capitoli di libri e dispense necessari per preparare un esame. Solo che anche le fotocopie hanno un costo: solitamente si viaggia intorno ai 5 centesimi a copia, che possono sembrare pochi, ma quando si devono preparare esami da decine di migliaia di pagine il costo lievita.
La didattica online non è ancora una realtà affermata in Italia, e mentre in altri paesi si risolvono i problemi di costo e inquinamento grazie a eBook e pdf, da noi è sempre il tradizionale carta-e-penna a prevalere.
Queste le premesse di un'ingeniosa startup raccontata da Repubblica.it: vendere spazi pubblicitari sul retro delle fotocopie per gli studenti, andando così a coprire i costi.
Fotocopiare gratis, quindi. Già in azione a Roma Tor Vergata, presto in altri atenei della Penisola.
I costi ambientali (carta, inchiostro) che il metodo richiede non vengono affrontati: vendendo spazi sul retro, si risparmiano soldi, ma si raddoppia il quantitativo di fogli, che non possono più essere stampati fronte e retro. E già le case editrici, sicuramente, affilano i coltelli contro un'idea che potrebbe mandare in crisi l'intero settore. Detto questo, pecunia non olet, ma sarà vero?

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