Giorni di campagna elettorale, giorni di inciuci. Il 2013 è iniziato con un calciomercato che travalica i confini della Serie A e arriva direttamente in Parlamento, o nelle vicinanze.
A destra, è di oggi la notizia del raggiunto accordo tra Berlusconi e la Lega Nord di Maroni: mentre il Milan non riesce a vendere Robinho (ingaggio troppo alto), il Cav riesce a comprare l'appoggio dei padani in campagna elettorale. Il prezzo? La Lombardia che dopo 15 anni di governo CLino-formigoniano passerebbe ai leghisti, realizzando il sogno a lungo accarezzato di un'unica regione "verde" da Torino a Treviso.
Ma anche a sinistra non c'è immobilismo: il "quarto polo" di Ingroia, che vorrebbe proporsi come erede delle rivoluzioni arancioni del 2010, sta cercando l'accordo con gli esclusi e gli scontenti del Movimento a 5 Stelle.
Dove? In Emilia. A Bologna Giovanni Favia, il blogger dissidente esiliato direttamente da Grillo, viene corteggiato direttamente da DiPietro, ormai un luogotenente di Ingroia a tempo pieno. I due blocchi "non schierati", ovvero Grillo e, appunto, Ingroia, stanno cercando una collocazione in mezzo ai giochi di potere dei 3 "big": Bersani, Monti e Berlusconi.
I democratici per ora attendono, ma Bersani ha messo a segno un colpaccio ottenendo l'impegno diretto di Matteo Renzi nella sua campagna elettorale, non male.
Un gruppetto di deputati PD, delusi dalla linea di Bersani e forse, ancora di più, dal rischio "trombata" nelle parlamentarie starebbe già passando al centro: Monti, Fini e Casini al momento possono rappresentare un ottimo riciclo per onorevoli delusi e hanno forse il margine di crescita più alto.
Quindi cinque squadre per un posto solo: a febbraio si vota, poi scatterà la campagna acquisti di riparazione: io do questo a te, tu dai questo a me. E chi vince, governa. Tutti.
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