Quando mancano ormai 3 giorni alla Cerimonia inaugurale dei Giochi, e il calcio sembra andare per un po' in soffitta, Repubblica.it dedica un'ampia intervista a chi il palcoscenico internazionale lo ha calcato per anni, 15 per la precisione: Gennaro "Rino" Gattuso.
Dalla sua nuova avventura in Svizzera, "Ringhio" continua a seguire il calcio italiano e non manca di distinguersi dal coro di lamentele seguite al trasferimento di Ibrahimovic e Thiago Silva al PSG: "Meglio lasciar partire quei due piuttosto che licenziare mille dipendenti di Fininvest o delle sue aziende" si lascia scappare il calciatore calabrese.
Una nuova veste per il centrocampista che ammette che il cambio di prospettiva dalla Serie A multimilionaria al campionato svizzero a mala pena professionista gli ha giovato. Non dimentica, o forse si rende conto, che il suo recente passato è stato una vita da privilegiato, come sportivo e come lavoratore; che nel 95% dei club non si può "scambiare la
maglietta con l’avversario a fine partita, perché ogni spreco è vietato", e bisogna portarsi la borsa da solo, cosa inaudita per i "paperoni" che giocano al Meazza.
E riflettendo sulla recente malattia che gli ha quasi costato l'uso di un occhio, Gattuso conclude con un proverbio "delle sue parti" che è una bacchettata a tutto lo star system calcistico: "il sazio non può mai credere a chi fa digiuno". Meglio andare in Svizzera a digiunare, quindi. Provare per credere.
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